Benvenuti su un’isola lunare, un’invenzione della natura così unica e straordinaria che proietta in un’altra dimensione. Un’isola selvaggia circondata dall’Oceano Atlantico, dove il vento è costante e le temperature miti tutto l’anno. Siamo forse nel Paradiso?
La Natura deve essersi divertita molto a colorare e plasmare quello che oggi appare ai nostri occhi: qui i paesaggi in alcune angolazioni sono quasi primordiali, i colori sono intensi, i contrasti rapidi e mozzafiato, basta il passaggio di una nuvola e la terra cambia colore, il mare diventa blu, ma un blu quasi mai visto. Qui la Natura dimostra la sua forza e un carattere che affascina e richiede rispetto: è regina e l’uomo si inchina al suo cospetto e ricava il suo nido plasmandosi ad essa, con casupole basse di calce bianca e porte azzurre, nessun cartellone pubblicitario lungo le strade, coltivazioni dove la cenere uniforma i colori, ma allo stesso tempo diventa spugna naturale, attingendo umidità dagli alisei di passaggio e diventando risorsa per l’agricoltura.
Perché parliamo di cenere? Qui i vulcani sono 140… sembra impossibile immaginarli tutti in una sola isola di neppure 900 metri quadrati, vero? Si concentrano prevalentemente nella zona meridionale dell’isola: il parco del Timanfaya, con i suoi canyon, i tunnel e le colline nere e rughose, testimonia la devastazione e la potenza delle eruzioni del Settecento.
E i cactus: quanti ne troverai lungo le strade rettilinee ed infinite che ti portano verso la parte settentrionale dell’isola! Così frequenti e “tipici” da dedicargli anche un parco tematico: il Jardin de Cactus, opera di Cesar Manrique. Chi è Manrique? Un artista visionario estremamente innamorato della sua isola, che ha combattuto per preservarne la bellezza e l’integrità. Scultore, ambientalista e architetto, ha saputo portare arte laddove già la natura si è dilettata con opere e colori al limite dell’immaginabile, creando armonia, integrandole l’una con l’altra, in un amalgama che sembra essere stato disegnato così sin dal primo giorno. Cesar sostenne la necessità di lavorare con la natura piuttosto che contro di essa.
Ecco perché a Lanzarote la Natura abbraccia l’architettura invece di respingerla: si sfiorano, si studiano, a volte diventano una cosa sola. Basta cercare le fotografie delle sue opere architettoniche per farsi un’idea: Jameos del Agua, Taro de Tahiche, ma tra tutti il Mirador del Rio e la sua vista meravigliosa sull’Isola de la Graciosa. Uno spettacolo per gli occhi.